LabIV Saggio
lunedì 16 luglio 2018
giovedì 7 giugno 2018
lunedì 21 maggio 2018
lunedì 7 maggio 2018
Il cliente
Prima intervista a Sara Pigna, tecnico sportivo di danza classica
e moderna all’interno dell’Associazione Professional Dance Studio. Il mio
cliente, Sara è la mia insegnante di danza, ha accettato con entusiasmo di
rivestire il ruolo di cliente e supporter, spiegandogli il progetto che stavo
portando avanti all’università.
Io: Il mio programma di progetto è un centro sperimentale
per la danza basato sulle
sperimentazioni di generi nuovi
S: Beeeello! Se solo avessi i soldi per farlo troverei il
modo di farlo costruire. Io, anche se insegno danza classica e moderna, e in
queste discipline mi sono diplomata, sono del parere che la poliedricità in un
ballerino sia fondamentale. Per questo trovo veramente interessante una scuola
in cui si possono imparare discipline che sono diverse da quello che si fa di
solito. Insomma, nella maggior parte delle scuole non ci sono corsi del genere,
se sì sono lezioni particolari, stage.
Io: Esatto, ho pensato la stessa cosa. Può diventare un
punto di riferimento per queste nuove discipline sperimentali e chissà che non
si riescano a creare stili completamente nuovi…
S: Fermo restando che sono della convinzione che in una
scuola non può mancare né la danza classica né la danza moderna, visto che sono
le basi per fare tutto. Per come la vedo io, queste due discipline sono
selettive, da cominciare quando si è piccoli per poi studiare anche altre cose,
secondo me si formano ballerini eccezionali e completi.
Io: Certo, lo capisco, ma io pensavo di fare una cosa più
libera, chiunque può partecipare alle lezioni. Ci sarà una compagnia di danza contaminata,
che ha a disposizione degli alloggi appositi…
S: Okay, la compagnia mi piace.
Io: allora oltre al tipo di lezioni che si faranno,
all’interno dell’edificio ci saranno sale prova, più di un teatro, laboratori
di scenografia e sartoria, una mensa-caffetteria, residenze, un infermeria…
secondo te cosa non dovrebbe mancare?
S: Hai messo tutto! Però a pensarci bene… sicuramente più
l’edificio ha funzioni ed è completo in tutti i vari aspetti utili e meglio è.
Per esempio un problema che riscontro nel preparare i saggi è il service,
sarebbe molto più comodo avere una sorta di magazzino che possa contenere
attrezzi, luci, attrezzature per l’audio… che in caso di spettacolo si tirano
fuori e non devi chiamare nessuno a portarteli. È un costo in meno, al che
servono solo i tecnici.
Io: A questo non avevo pensato…. Avevo immaginato più corsi
per tecnici audio e video, ma non aveva così senso.
S: Inoltre sarebbe molto utile uno spazio, tipo nei camerini,
per parrucchiera ed estetista. Magari ad averceli per tutti gli spettacoli!
Ovviamente devono essere specializzati nel settore danza e spettacolo. Così
pure la sartoria…
Io: certo, certo. Il fatto che le discipline siano molto
particolari sicuramente porta più difficoltà
S: Ah, ovviamente chiamerei degli insegnanti da tutto il
mondo, se gestissi una scuola vorrei soltanto il meglio in quelle discipline.
Io: Come ti dicevo in questo edificio ci sono molte funzioni
collegate fra loro, legate al concetto di Mixitè, ovvero c’è la parte del
living proprio delle abitazioni, la parte del creating, quindi la produzione
artistica, i corsi ecc… la parte dell’exchange dove si guadagnano i soldi,
caffetteria, gli spettacoli…
S: Hai pensato a dei negozi?
Io: Sì, ma poi non so perché li ho cestinati.
S: Calcolando che per ogni disciplina probabilmente servono
abiti, attrezzature, strumenti specializzati sicuramente sono utilissimi. Se no
devi ordinarli su internet, non si trova molto in giro. Guarda l’afrodance, ha
abiti particolari, e si usano pure tamburelli… o la danza del ventre ha molti
accessori. Ancora più utili se fossero vicini alle corrispettive sale prova.
Io: Ehehe se per ogni stile
dovessimo fare una sala prova… però sicuramente possono essere sale prove
caratterizzabili e modificabili in base allo stile… Come idea io ho un’ampia copertura sotto al
quale ci sono solidi, cioè l’edificio in sé, ma anche la copertura ha delle
funzioni, mi piacerebbe un teatro all’aperto.
S: Sai che molti di questi stili sarebbe bello studiarli
all’aria aperta? Certo quando piove…
Io: si possono anche fare degli spazi all’aperto che
all’occorrenza possono essere chiusi, tipo circondati dal vetro per restare in
mezzo alla natura. Addirittura come dicevi per ogni sala si possono ricreare
gli ambienti adatti.
S: Io in un posto del genere ci vivrei 24h su 24!
giovedì 19 aprile 2018
giovedì 12 aprile 2018
BANG- scacchiera- Toyo Ito- Forum per la musica, la danza e la cultura visiva
Parte
ottava
La rivoluzione informatica
L’11
Settembre del 2001 è un giorno che tutti noi fatichiamo a dimenticare, segna un
grande cambiamento nel mondo. Ci si inizia a chiedere come possiamo utilizzare
in modo consapevole l’elettronica e il digitale anche all’interno della nostra
disciplina. C’è una ricerca dello strumento, non solo nell’aspetto della
progettazione ma anche in quello intellettuale, strumento inteso non come prolungamento dei sensi (come lo è un
utensile), ma come materializzazione del pensiero (Koyrè 1967).
L’Information
Technology è lo strumento principali ai giorni nostri. La presenza
dell’informatica nell’architettura è una rivoluzione e deve servire ogni tipo
di problema, per raggiungere una democraticità delle informazioni si cerca la
soluzione a ogni crisi del nostro tempo. Con l’immaginazione si possono
affrontare le crisi tramite l’architettura.
Il tema del paesaggio
L’International Port Terminal a Yokohama, in cui il
paesaggio è sia naturale che artificiale, assolve a tutte le esigenze. È stato
fondamentale l’uso di strumenti informatici di controllo sia nella
progettazione che nel cantiere. Zaha Hadid persegue il rapporto tra paesaggio e
architettura, l’una si mutua nell’altro e viceversa.
La digitalizzazione.
All is bit
Il personale
computer si diffonde, e così il wi-fi, permettendo sempre di essere connessi e
avere informazioni in qualsiasi momento.
Il simbolo
dello schermo diventa onnipresente, cavalcato da Herzog e De Meuron,
nell’Alliance Stadium di Monaco, ha una pelle plastica con luci cangianti. È
sia bidimensionale che tridimensionale, dà l’idea di poter saltare dentro lo
schermo.
L’opera di
Benedetta Tagliabue e Enric Miralles, il Mercato di Santa Caterina a
Barcellona, la cui grande copertura ondulata unifica le funzioni, inoltre
l’ondulatura è variabile, è una geometria variabile. Evoca la presenza di uno
schermo.
Jean Nouvel
e la Torre Agbar a Barcellona, usa delle forme primarie e sembra pixelata,
tutta la struttura è tecnologica.
Centro BMW
di Zaha Hadid, in cui mescola i binari delle catene di montaggio e i nastri
trasportatori con il resto dei servizi terziari. Il paesaggio è abitato e
condiviso e stringe un forte rapporto con il pubblico.
La
definizione di paesaggio informatico è data dal rapporto dei metodi di indagine
e la scienza contemporanea.
Ormai si
possono fare simulazioni al pc e indagare i meccanismi geonetici dei fenomeni,
creando nuove metodologie di progetto.
Per il
progetto del New World Trade Center a New York, fu formato il gruppo United
Architects. Sono tutti architetti in rapporto con il paesaggio, la morfogenesi
e l’informatica. Le forme delle torri sono date da algoritmi manipolabili.
Nel SK
Building a Seoul, dei RAD, i temi architettonici e urbani si combinano alla
digitalizzazione. Il basamento è formato da un nastro che si avvolge e forma i
diversi livelli dell’edificio, sopra un solido distorto e discontinuo nella
superficie. Il sistema delle luci e del suono di notte diventano elementi
attivi. E’ una pelle digitalizzata, la luce è emessa tra due pannelli e inoltre
il colore muta nel tempo.
Processi e diagrammi
Diagrammi abitati
Eisenman ha
la sua tecnica progettuale: la piega usata per conformare insieme architettura
e paesaggio.
Per Greg
Lynn e Jeffrey Hipnis è diverso, per loro è fondamentale il diagramma, ovvero
una sequenza di relazioni possibili del progetto di derivazione matematica.
Lo Studio UN
usa l’anello Mobius, una linea continua a forma di infinito con ambo le parti
sia indipendenti che intrecciate. Da qui l’idea di un nastro che si intreccia.
Ciò porta ad avere un diagramma iniziale e alla fine l’opera è un condensatore
di memorie che porta con se le azioni-eventi che hanno dato la forma finale. Il
folding lascia aperti esiti futuri.
Modelli informatici
L’informatica
dà la possibilità di variare le informazioni in una logica sistematica. C’è la
tendenza verso un modello globale che contiene tutte le informazioni del
progetto che sono legate dinamicamente fra loro, è possibile quindi cambiare in
modo simultaneo ogni informazione ad ogni modifica apportata. Si inverte così
anche il processo progettuale: dalla formazione della pelle si passa alle
orditure secondarie, poi alla struttura e infine alla conformazione degli
spazi. Ciò è opposto al processo industriale e modernista.
Architettura infrastruttura
Le
infrastrutture devono vivere il paesaggio radicandosi al suolo. La stazione
Iidabashi a Tokio di Watanabe nasce per creare una ramificazione come se
facesse parte di un corpo. Il tutto computerizzato è mutabile.
Kas Oosteerhuis
crede che l’informatica si possa inserire nel settore delle costruzioni. Mostra
interesse alla dimensione infrastrutturale del progetto informatico nel
Leidsche Rijn presso Utrecht dove fa una barriera acustica originale.
Fluidità e nuove connessioni
Spazio tempo e informazione
La nuova
concezione vuole che lo spazio assuma relazioni con l’oggetto. Non sono
dissociabili, ci si inizia a chiedere se lo spazio esista o meno. Novak nella
biennale di Venezia del 2000 crea una porzione di spazio completamente diversa
da quella circostante, uno spazio invisibile ma esistente. Le mani che si
muovono nello spazio suonano uno strumento, in più i movimenti sono proiettati
in tempo reale su uno schermo. Il visitatore crea lui stesso forme
tridimensionali.
Siccome lo
spazio è informazione, esso senz’altro esiste e può generare altre
informazioni. L’architetto può plasmare tempo e spazio.
Protesi tecnologiche
L’informazione
è la materia prima dell’architettura e lo spazio stesso è informazione, per ciò
la nuova coscienza va pensata in modo interattivo.
Catalizzatore,
ipertesto, modello e tempo L’interattività
è l’elemento catalizzatore di questa fase della ricerca architettonica,
permette di navigare e costruire sistemi ipertestuali. L’interattività pone al
centro il soggetto e incorpora le caratteristiche essenziali dei sistemi
informatici. In più gioca con il tempo e indica un’idea di continua
configurazione spaziale. L’architettura può trasformarsi al mutare delle
situazioni climatiche o ambientali, o mutare in base alle funzioni, e anche i
materiali. In più si aggiunge un’interattività emotiva, con sensori si
interagisce nella percezione delle persone.
Toyo Ito
È uno dei
più maturi ricercatori dei rapporti tra informatica e architettura.
1986
Yokohama: una torre dell’acqua per i sistemi di condizionamento di un centro
commerciale emerge nella città per 21 m. trasforma la cisterna in uno
scambiatore di informazioni, una architettura sensibile e reattiva. Si modifica
in base al flusso della vita e delle situazioni nel mutare delle ore del
giorno. Ci sono persino altoparlanti per la musica. È una costruzione che
interagisce con l’ambiente e che usa l’elettronica come elemento fondamentale
di scambio.
Uovo dei
venti a Tokyo del 1989: sui pannelli
vengono trasmesse immagini che si sovrappongono a quelle della città (gioco tra
dentro e fuori).
È
giapponese, vede la tecnologia proiettata verso la natura e i suoi elementi
(aria, vento, luce, acqua). L’acqua genera la Mediateca di Sendai, grandi
alberi strutturali si immergono in una superficie trasparente e si muovono come
flussi.
L’opera
House a Taichung, l’acqua è forza generatrice poiché il progetto sembra seguire
il movimento di una goccia che plasma la materia in modo continuo.
Forum musica
e danza a Gent, la griglia emergente è l’idea di un’evoluzione geniale degli
spazi sonori e spazi multifunzionali. Questi due tipi di spazi si dispongono in
una griglia e poi vengono deformati nel sistema globale, sia in pianta che in
sezione. L’idea è una goccia che scava lo spazio. Il suono è come un fluido che
attraversa l’intera fabbrica, concavità e convessità risucchiano l’intorno
dentro il progetto.
I pilastri e
i solai sono inglobati in un involucro continuo.
Nuvole di informazioni
Blur e
Yverdo-Les-Bains offrono una nuova architettura che è informazione tramite
sensori l’edificio muta costantemente al variare di situazioni esterne tramite
una lettura e la trasformazione elettronica delle info ambientali. L’edificio
diventa un elemento di mediazione che tramite l’intelligenza softwere decide
che input usare e quale output erogare. Ovviamente questi dati possono essere
sempre cambiati.
Esseri viventi informatici e progettazione
sistemica
Si deduce
che l’architettura può intessere rapporti con l’ambiente. Lo fa anche Philip
Rahm, lavora a un’idea di spazio definito dalle informazioni (Padiglione
svizzero Hormonorium alla Biennale).
Roche e
R&Sie lavorano sul valore simbolico ed evocativo dell’architettura, sul
paesaggio e sulla ricerca informatica (interattività). Tendono a considerare
gli edifici come esseri viventi (essenza vegetale e quella materiale).
Scienza e sostenibilità
Arte,
architettura, urbanistica, ingegneria, antropologia e scienze possono
instaurare un nuovo equilibrio tra natura e città.
Rivoluzione industriale e informatica
Troppi
cambiamenti in poco tempo, anche l’architettura va riformulata. Un’architettura
soggettiva, personalizzabile e che comunica. Si lavora per strutture continue e
connessse fra loro, e non più in modo industriale come fossero oggetti su un
vassoio.
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